Il capitano Ibrahim Traoré non è solo un uomo, è un simbolo. Da quella sera di settembre 2022, quando rovesciò il tenente colonnello Damiba con un colpo di Stato, questo giovane ufficiale di 34 anni è diventato l’incarnazione di un’Africa che si ribella: fiera, determinata, ma stretta tra jihadismo, povertà e le ombre del colonialismo.
In un Burkina Faso devastato dagli attacchi terroristici, diviso tra l’influenza francese e quella russa, il suo nome evoca speranza per alcuni, inquietudine per altri.
Ma chi è davvero Ibrahim Traoré? Un rivoluzionario sincero? Un burattino di Mosca? O semplicemente un soldato perso nel turbine del Sahel?
I. L’Uomo che Sfidò il Potere
Da Bondokuy all’Inferno Jihadista
Nato nel 1988 nell’ovest del Burkina, Traoré è cresciuto tra il mito di Thomas Sankara e le delusioni della democrazia. Dopo gli studi all’Università di Ouagadougou, entra nell’esercito e si ritrova in prima linea contro i gruppi armati.
Nel nord del paese, vede morire i suoi compagni. Capisce che le promesse dei politici sono vuote. È questa consapevolezza, condivisa da migliaia di soldati, a trasformarlo nell’uomo della rottura.
Settembre 2022: Il Colpo di Scena
Quando prende il potere, le strade esplodono di gioia. Damiba, l’ufficiale che aveva deposto Kaboré solo otto mesi prima, non ha mantenuto le sue promesse. I jihadisti avanzano, la Francia sembra impotente. Traoré, invece, parla chiaro: “Basta tradimenti. Vittoria o morte.”
Si richiama a Sankara, promette lotta alla corruzione, indipendenza assoluta. I giovani ci credono. L’esercito pure. Ma dietro l’unità di facciata, le rivalità covano.
II. La Svolta Geopolitica
Addio alla Francia, Benvenuta Russia
Nei suoi primi discorsi, Traoré colpisce duro: chiede il ritiro delle truppe francesi. A febbraio 2023, gli ultimi soldati lasciano la base di Kamboinsin. Un’umiliazione per Parigi, un trionfo per il popolo burkinabé.
Ma nell’ombra, nuovi attori fanno il loro ingresso. Uomini in mimetica senza mostrine – i famigerati Wagner – arrivano. Accordi con Mosca, Teheran, Ankara. Il Burkina, isolato dall’Occidente, si gira verso Est.
L’Alleanza degli Stati del Sahel: Sogno o Illusione?
Insieme a Mali e Niger, Traoré crea una nuova alleanza. La CEDEAO? “Un club di burattini”, dice. Ma questa fratellanza di golpisti resisterà alle pressioni economiche, alle divisioni interne?
III. La Vertigine delle Sfide
Guerra Senza Fine
Nonostante i proclami, i jihadisti controllano ancora il 40% del territorio. I villaggi bruciano, gli attacchi continuano. I mercenari russi cambiano davvero le cose? Difficile dirlo.
Un Popolo che Soffre
2 milioni di sfollati. Città sovraffollate. L’inflazione che divora i salari. Traoré promette fabbriche, scuole, campi liberati… Ma la realtà è più dura delle parole.
Il Dilemma Democratico
Media imbavagliati. Oppositori in esilio. La transizione civile rimandata. Il capitano si proclama rivoluzionario, ma ha paura delle urne?
Conclusione
Ibrahim Traoré non è un uomo, è un simbolo. Quello di un’Africa che chiude la porta ai vecchi padroni, ma che inciampa cercando la sua strada. Tra patriottismo e autoritarismo, tra speranza e disillusione, la sua storia è quella di un intero continente.
Il Sahel brucia. E in quel fuoco, nascono leggende… o cenere.
Di: Dali Oumarou Haoua