Una ricorrenza che unisce passato e presente
Mentre l’Italia si prepara a celebrare l’80° anniversario della Liberazione d’Italia, le piazze di Milano, Torino, Bologna, Trieste e Roma si animeranno con cortei e iniziative culturali. Tuttavia, quest’anno la festività assume un tono particolare, coincidendo con il lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco. Nonostante questo accostamento insolito, il 25 aprile rimane una data simbolo, che va oltre le commemorazioni: è un invito a riflettere sull’attualità dei valori resistenziali.
1945-2025: il significato di una data che non è solo storia
Contrariamente a quanto molti credono, il 25 aprile non segnò la fine della guerra in Italia. Piuttosto, fu l’inizio della ritirata nazifascista dal Nord, con Milano e Torino liberate dai partigiani prima dell’arrivo degli Alleati. Infatti, mentre Bologna era già stata liberata il 21 aprile e Genova il 23, Venezia dovette attendere fino al 28.
Ma perché proprio questa data? Il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) scelse di proclamare l’insurrezione generale quel giorno, dando ai partigiani un mandato chiaro: “Arrendersi o perire!”. Inoltre, assunsero poteri legislativi straordinari, decretando tra l’altro la condanna a morte per Mussolini, eseguita tre giorni dopo.
I partigiani: un mosaico di ideali uniti dalla libertà
Sebbene spesso immaginati come un blocco unico, i partigiani erano profondamente diversi:
Le Brigate Garibaldi (comuniste)
Le Matteotti (socialiste)
Giustizia e Libertà (Partito d’Azione)
Sorprendentemente, questa diversità fu la loro forza. Come dimostra il caso di Torino, dove operai, studenti e persino ex fascisti collaborarono per liberare la città prima dell’arrivo degli Alleati.
Bella ciao e papaveri: simboli che resistono
Oggi come allora, “Bella ciao” rimane un inno globale alla libertà. Curiosamente, il suo successo internazionale nasce da un paradosso: è diventato un simbolo universale pur raccontando una storia italiana.
E poi c’è il papavero, “fiore del partigiano”. Non a caso, cresce spontaneo, come la libertà che quei giovani difesero. Lo si trova ancora oggi lungo le strade che percorrevano i combattenti, rosso come il sangue versato.
Liberazione è verbo al presente
Mentre sventolano le bandiere, il vero omaggio alla Liberazione d’Italia sta nel contrastare ogni forma di discriminazione. Perché quei valori – unità nella diversità, giustizia sociale, antifascismo – sono oggi più attuali che mai. Dopotutto, come dimostra la storia, la libertà non si eredita: si conquista ogni giorno.