Contrariamente alle idee ricevute, la poligamia ha radici nella storia occidentale, in particolare attraverso i racconti religiosi. La Bibbia menziona la poliginia, in cui un uomo ha più spose, come una pratica comune. Figure bibliche come Abramo, Giacobbe e Davide vivevano nella poligamia, e questa forma di matrimonio non è mai stata direttamente condannata da Dio.
In queste società bibliche, la poliginia era soprattutto una strategia sociale e familiare per garantire una discendenza. Lamech, nella Genesi, è il primo a essere menzionato con due spose, Ada e Zilla, illustrando un rapporto possessivo e patriarcale dell’epoca.
La poligamia e il cristianesimo
La poligamia fu tollerata in alcune branche del cristianesimo per diversi secoli. Il Concilio di Nicea nel 325 segnò uno scisma tra gli ariani, poligami, e i niceni, favorevoli alla monogamia. Solo nel 1585, sotto l’autorità di Papa Gregorio XIII, la poligamia fu formalmente vietata nella Chiesa cattolica. Tuttavia, essa rimase tollerata in alcune zone più marginali del cristianesimo primitivo, in particolare tra gli anabattisti. Martin Lutero, sebbene monogamo, ammetteva che i suoi familiari potessero praticare la poligamia, a condizione che rimanesse discreta per evitare scandali.
La poligamia nel giudaismo
Nel giudaismo, la poligamia è stata praticata fino all’undicesimo secolo tra gli ebrei ashkenaziti, prima di essere vietata dal rabbino Gershom ben Giuda per proteggere le comunità ebraiche d’Europa dalle persecuzioni cristiane. Tuttavia, questo divieto non si applicava agli ebrei sefarditi, tra i quali la poligamia rimase diffusa fino al ventesimo secolo, in particolare in Nord Africa e nel bacino del Mediterraneo. Oggi, alcuni gruppi sefarditi rivendicano la reintroduzione di questa pratica, affermando che non è contraria alle leggi della Torah.
Poliandria: una pratica rara
A differenza della poliginia, la poliandria, in cui una donna ha più mariti, è molto poco menzionata nei testi biblici. In effetti, è completamente assente dai racconti biblici, il che riflette le strutture patriarcali dominanti dell’epoca. Tuttavia, la poliandria è esistita in alcune società marginali per ragioni economiche. Anche oggi, questa forma di matrimonio è praticata in alcune regioni dell’Africa, del Tibet, del Nepal e dell’India, in particolare in comunità dove le risorse economiche sono limitate. In queste società, più fratelli possono condividere una moglie per preservare la terra familiare e garantire la sopravvivenza economica.
Pratiche moderne: poliginia e poliandria
La poliginia continua a essere praticata al giorno d’oggi, in particolare in Africa e Medio Oriente. La legge islamica consente a un uomo di sposare fino a quattro donne, a condizione di trattarle equamente. Paesi come Nigeria, Camerun, Senegal e Mali sono tra le nazioni dove questa pratica rimane comune, spesso per motivi religiosi o sociali.
D’altra parte, sebbene rara, la poliandria persiste in alcune zone rurali del Tibet, del Nepal e dell’India. Questa pratica consente spesso di preservare le terre familiari e di sostenere economicamente le famiglie.
Oggi, sebbene sia ampiamente minoritaria, essa persiste in alcune culture, sollevando interrogativi sull’uguaglianza di genere e sulla giustizia sociale. Il dibattito rimane aperto, oscillando tra tradizioni culturali ed evoluzioni dei diritti umani.
Riferimenti bibliografici per approfondire l’argomento
Per coloro che desiderano saperne di più sulla poligamia nella Bibbia e sulla sua evoluzione nelle società giudeo-cristiane, ecco alcune letture consigliate:
- La Bibbia (Antico Testamento) – Traduzione Louis Segond: Genesi 4:19-24 (Lamech e le sue due spose), Genesi 16:1-4 (Abramo, Sara e Agar), e Deuteronomio 21:15-17 (Regolamentazione dei diritti dei bambini nei matrimoni poligami).
- “The History of Jewish Polygamy” di Michael L. Satlow: un’analisi dettagliata della pratica poligama nel giudaismo attraverso i secoli.
- “Polygamy in Early Christianity” di Richard A. Horsley: questo libro esplora le pratiche matrimoniali dei primi cristiani, in particolare le differenze tra ariani e niceni.