Scrittura orale e patrimonio vivente. Il nome può scrivere la storia di un fratello, di una famiglia, di un lignaggio, segnare un avvento, dispiegare l’energia di un momento iconico per generazioni. In molti popoli africani i gemelli hanno nomi specifici, il primo figlio/la prima figlia può essere nominato in relazione metaforica ad un inizio cosmico, ecc.
I Fang si illustrano qui – non sono gli unici – prestando particolare attenzione al posto del neonato nella genealogia e all’intensità dello sforzo dovuto per il suo arrivo. Le donne sono particolarmente ben trattate. “Zouga” è il nome dato alla prima gemella, “Andeme” è un albero magico, “Ayingone” è attribuito alla ragazza che arriva quando non ce l’aspettiamo più, “Bendone” è la bambina nata dopo diversi maschi, “Obone “è una ragazza di grande bellezza rispetto a una collana di perle! Oltre alle ragazze, i ragazzi possono avere un nome correlato alle loro sorelle attese o maggiori. “Essigone” è il ragazzo che non ha una sorella che gli fornisca una dote, “Bekalé” invece è nato dopo diverse figlie. Infine, valore collaterale e riconoscimento, “Eyi” è la persona virtuosa e “Abonazame” il nome di gratitudine cosmica dato a un ragazzo sopravvissuto dove molti dei suoi fratelli e sorelle sono dipartiti durante l’infanzia. Questi sono solo alcuni esempi.
E tu, nelle tue lingue e popoli, che pratiche del nome conosci? Bellissimo esercizio su cui meditare per Bambara, Fong, Wolof, Toucouleurs, Ewe, Yoruba, Kongo, Xhoxa, Zulu, Bete, Akan, Peuls, Afar, Somali, Kikuyu, Oromo, Hutu, Tutsi, Baka, Yakoma, Bassa, Bamoun , Songhraï, … Il minimo che si possa dire è che tra le errate pretese mistico-egittologiche ed il puntare sulla salvaguardia di patrimoni etnonimici, antroponimici, toponomastici ancora disponibili – fino a quando? – la scelta non dovrebbe essere troppo difficile, anche se non necessariamente esclusiva. Niente contro Mimi, Dodo, Ryan, Andy, JR, …chissà, ci sarà anche una spiegazione meta-traditionalo-Kemito americana…
di Ze Belinga