Il tatuaggio e la scarificazione sono forme più o meno permanenti di modificazione del corpo che influiscono sulla grana della pelle. Il processo può includere una serie di tecniche tra cui il taglio, la raschiatura o la combustione.
A causa delle pressioni esercitate dalle autorità statali e religiose per la modernizzazione, e dai giudizi su queste scelte, più che vederle come un simbolo di identità, queste antiche pratiche in Africa e in altri continenti hanno iniziato nel tempo a scomparire.
Per quanto riguarda la scarificazione, iniziò a riapparire in Occidente e più precisamente negli Stati Uniti a metà degli anni ’80, quando la comunità LGBTQ+ iniziò ad abbracciare l’arte a San Francisco. All’inizio degli anni ’90, tuttavia, sottoculture come il punk e il “primitivo moderno” iniziarono ad abbracciare la pratica come parte delle loro comunità.
“Questo movimento era interessato a far rivivere o ricreare i rituali del corpo indigeni di tutto il mondo, cercando di entrare in contatto con un’esperienza più autentica o spirituale del corpo”, ha affermato Victoria Pitts, professoressa di sociologia alla City University di New York presso il National Geographic
Per alcuni è un modo per identificarsi come una comunità proprio come veniva usata in passato.
Tatuaggio e scarificazione nella cultura africana
La scarificazione era come la carta d’identità in alcune tribù africane
La scarificazione trasmette messaggi complesi sull’identità e lo stato sociale. I segni permanenti del corpo sottolineano i ruoli sociali, politici e religiosi; permettono di distinguersi dagli altri, indicando il proprio rango nella società, nella famiglia, nel clan e nella tribù, e simboleggiare la propria bellezza o forza. Leggi di più qui
Il body painting dai popoli africani
Dal più fotografato al meno conosciuto, il body painting è un’arte ancestrale dei popoli di tutto il mondo. Segni di appartenenza e mezzi di comunicazione. In Africa troviamo questa peculiarità estetica e questa tecnica di comunicazione in diverse tribù. Leggi di più qui
Hennè in tempi diversi
Il suo uso per adornare le donne risale a 9.000 anni fa e oggi si trova in circa 60 paesi. Le tracce del suo utilizzo sono state trovate in molte civiltà antiche come: l’arcipelago delle Cicladi (3000-4000 a.C.), l’antica città cananea di Ugarit a Ras Shamra in Siria (2100 a.C.), Canaan, la civiltà minoica (antica Creta) e Micene (antica Grecia) dove i motivi decorativi celebravano spesso la fertilità e la sessualità femminile. Leggi di più qui
Link esterno: Noubas, una memoria africana