Il gesto delle “braccia alzate” è ormai adottato in quasi tutte le culture del mondo. È un gesto di trionfo, di successo o dell’ottenimento dei risultati sperati. Le braccia alzate ha un significato ambivalente poiché da un lato può simboleggiare la rinuncia, la resa a qualcosa o qualcuno. È anche un simbolo moderno di protesta come “alza le mani” o “non sparare”. Per gli antichi africani della Valle del Nilo, le braccia alzate simboleggiavano il KA.
Il KA è l’espressione di qualcosa che può salire molto in alto nel cielo o nelle stelle. È un simbolo molto codificato. Ci chiama ad attingere il potere della Forza universale, ad amare, promuovere ed elevare il dono della Vita al di sopra di tutto il resto. È un’Aura intelligente, un’Anima doppia, una Personalità doppia.
Il KA, ‘anima’ o ‘spirito’
Gli egizi credevano che l’anima di una persona avesse molte parti e che tutte le persone e le loro parti dell’anima fossero scolpite nell’argilla dal dio dalla testa di ariete di nome Khnum. Una di queste parti era chiamata KA. Era considerato come il doppio di una persona, una specie di gemello invisibile, che doveva vivere nel corpo fino alla morte. Il cadavere doveva essere impedito dalla decomposizione perché il KA ne aveva ancora bisogno.
Secondo questa visione, quando una persona muore, il KA lascia il corpo. E se il corpo fosse preservato, ritornerebbe così da poter vivere di nuovo. Nell’antica Nubia, alcune tombe includevano case costruite per ospitare il KA che, come il corpo, aveva bisogno di un posto dove vivere. Offerte di cibo e bevande venivano lasciate all’ingresso della tomba in modo che il ka potesse mangiare e bere.
E ancora oggi, nelle chiese africane, afroamericane o in molte spiritualità africane, chi vuole “attirare la forza del cielo o delle stelle” alza ancora istintivamente le braccia facendo lo stesso gesto.