Thando Hopa solleva la bandiera del Sud Africa mentre abbellisce la copertina della rivista Vogue Portugal di aprile 2019. La modella internazionale, avvocato e attivista entra nella storia come la prima donna con albinismo sulla copertina di Vogue. Il numero soprannominato “Africa Motherland” era “dedicato alle origini e all’Africa, culla dell’umanità”.
Pe la modella, è un sogno diventato realtà.
Sul suo account IG, scrive: “Una volta ho detto a un caro amico che sarebbe stato davvero bello vedere una donna con albinismo su una copertina di Vogue, non avrei mai immaginato che quella donna sarei stata io. Sono emozionata perché “Vedo progressi e divento parte di una storia e di una narrazione progressiste. Ho raggiunto un punto della mia carriera in cui apprezzo ogni dettaglio del mio corpo. “, ha scritto.
Anche se l’establishment sanitario la chiamerebbe “carente di melanina”, con questa apparizione su Vogue, dimostra che è possibile vivere in equilibrio e abbracciare tutte le identità intersezionali come una donna nera africana con albinismo.
Per Hopa, “L’albinismo è un’esperienza sociopolitica con vari aspetti come problemi di vista e/o vulnerabilità della pelle ai danni del sole. Questi aspetti possono essere meno invalidanti se si adottano sistemazioni per facilitare l’inclusività nell’ambiente sociale e strutturale.
L’albinismo è generalmente formulato in negativo, intrappolato in una forma di rifiuto o deficit istituzionalizzato. Si dice spesso che abbiamo una carenza o assenza di colore nella nostra pelle, capelli e occhi. L’albinismo è anche inquadrato negativamente dalla malattia, raccontata come se avesse una malattia genetica o un disturbo congenito invece di inquadrarla in modo neutro come un evento genetico o una caratteristica congenita. Questo tipo di linguaggio pone l’albinismo come una malattia da curare o un’insufficienza dell’essere, che ha implicazioni culturali e politiche.”
Nel 2020, nel suo discorso all’incontro annuale del World Economic Forum di Davos, la modella, attivista e avvocato sudafricana Thando Hopa ha presentato le sue esperienze di persona con albinismo, la rappresentazione e come possiamo costruire un mondo più inclusivo.
Spiega come sono state studiate questioni di razza, identità e percezione di sé in un esperimento degli anni ’40 che chiedeva ai bambini di assegnare qualità a una serie di bambole identiche tranne che per il colore, quindi chiedeva loro di selezionare la bambola che pensavano le rappresentasse.
Per Hopa, questa esperienza ha una rilevanza particolarmente personale: come donna nera africana con albinismo, con quale bambola dovrebbe identificarsi, chiede?
La sua carriera le ha dato l’opportunità di sfidare le percezioni e di confrontare pregiudizi e stereotipi. È profondamente consapevole che la sua esperienza esemplifica il vero significato di inclusività. Per lei significa trovare spazio per tutti, dare rispetto a tutti e dare alle persone il controllo sul proprio senso di identità.