Albinismo e pregiudizio in Africa

Creato da sandrine Nguefack
Albinismo

Essere diversi in un contesto di ignoranza non è mai stato facile. L’esclusione è un luogo comune e l’integrazione sociale è difficile. Questo è il vissuto delle persone con albinismo in Africa. Il termine albinismo tira le sue origini dal latino “albus” che significa “bianco”). In certi posti in Africa, le opinioni sono contrastanti. La nascita di un bambino con albinismo è sempre fonte di polemica, sorpresa e curiosità. Le persone con albinismo cercano il loro posto in una società in cui la differenza è fraintesa.

Albinismo : tra povertà, disprezzo, sfiducia e umiliazione

Le persone con albinismo sono vittime di superstizioni. In certe comunità dell’Africa subiscono discriminazioni a causa della loro disabilità. Le aree rurali sono le zone più vulnerabili. Lì, i maestri spirituali sono sempre molto potenti e molto ascoltati. Nel marzo 2008, in Tanzania, sono state uccise più di venti persone con questa disabilità; tra il 2007 e il 2009, circa 60 di loro sono state smembrate in Burundi e in Kenya. Queste uccisioni hanno spinto più di 10.000 tanzaniani, kenioti e burundesi affetti da albinismo ad abbandonare i loro villaggi per cercare rifugio nelle aree urbane o vivere nascosti.

Stigma dell’albinismo

Nel continente, il simbolismo attribuito a questa malattia ha molte variazioni storiche. Per alcune tribù, progetterebbero il re dai cattivi presagi. Per altri, sono i figli dei dèi, delle acque o dei fantasmi dell’Uomo Bianco. L’unica differenza nella pigmentazione rende queste persone esseri speciali.

Il loro destino è tutt’altro che invidiabile. Al peso della malattia si aggiunge quello della discriminazione sociale. L’alterità non è né compresa né accettata. Non sono né bianchi né neri, a volte non vengono riconosciuti ma rifiutati. Alcuni genitori vendono i propri figli o li consegnano a morte certa e ignominiosa.

È difficile per alcuni capire che i genitori neri possono dare alla luce un bambino senza melanina. Le persone con questa malattia rara sono quindi emarginate dall’esilio morale.

In alcuni paesi africani la prima vittima è la madre. È accusata di aver dormito sotto le stelle durante la gravidanza o di aver violato i divieti. Quello che è certo, nell’immaginario delle persone, la mamma avrebbe fatto qualcosa di sbagliato. E il bambino con albinismo sarebbe la sanzione degli antenati. Nella migliore delle ipotesi, la società punisce entrambi i genitori. Alcuni genitori non si fanno domande per eliminare questa maledizione.

Esistono diverse forme di sterminio discreto dei bambini portatori di questa malattia: durante il bagno o tramite un killer professionista.

Persone con poteri mistici religiosi

Sulla base di credenze sordide, le persone con albinismo vengono perseguitate. Le superstizioni che sono accompagnate da paura fanno sì che siano giudicate come esseri con poteri che portano fortuna o sfortuna alla loro famiglia e alla società.

In alcune società, sono spesso visti come la reincarnazione di una persona deceduta o la rappresentazione di un essere che è stato punito per un cattivo comportamento durante la sua prima vita sulla terra. Questi pregiudizi li rendono esseri sacrificali, indovini o geni.

Ricercati per il loro presunto potere, vengono sacrificati, per scongiurare incantesimi, per acquisire beni materiali, per avere fortuna e denaro. Alcuni organi di albini sarebbero molto apprezzati dai candidati alle varie consultazioni elettorali. In assenza degli organi più consigliati dai marabutti e da altri grandi stregoni, alcune persone ricadono sui capelli, sulle unghie.

Alcune credenze tradizionali attribuiscono virtù magiche alle persone con albinismo. In Tanzania, ad esempio, la mano di un portatore di albinismo verrebbe valutata 1000 dollari e il suo corpo completamente smembrato potrebbe costare fino a 75.000 dollari. Per ritualisti e persone avide di ricchezza e potere, il loro sangue e i loro organi integrati nei rituali permetterebbero di avere successo negli affari, di conquistare il cuore della persona amata, persino di vincere le elezioni.

In alcune parti del continente, quindi, vivono in una paura permanente; in una situazione in cui alcuni scelgono di gridare la loro rabbia e altri si chiudono su di loro. Una realtà che spinge le autorità pubbliche e le ONG a lavorare in sinergia per sensibilizzare sulla malattia, la stigmatizzazione e per dissuadere chi ricorre alla forma sacrificale.

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