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Leone Africano scrisse la prima storia geografica dell’Africa

Creato da sandrine Nguefack
Leone Africano

Il diplomatico Giovanni Leone dei Medici, di origine berbera (c. 1494 – c. 1554) è l’autore della Descrittione dell’Africa (Descrizione dell’Africa). Il libro è stato considerato in Europa dai suoi colleghi studiosi come l’autorevole lavoro sull’esplorazione moderna dell’Africa. Per questo motivo Leo era diventato un nome familiare tra i geografi europei.

Il ritratto di Giovanni Leone dei Medici

La vita di Leone Africano era affascinante. Una vita ricca di azioni svolte tra l’Europa e l’Africa, l’Islam e il cristianesimo, saperi e schiavitù.

Leone Africano nacque a Granada dove i Mori hanno regnato fino al 1492. Studiò poi a Fez nell’attuale Marocco e viaggiò molto in Italia e nell’Africa settentrionale e occidentale.

Grazie a uno zio diplomatico giunse a Timbuctù intorno al 1510. All’epoca in cui Leone visitò Timbuctù era una città islamica prospera; al centro di un attivo commercio di libri, oro, cotoni stampati e persone in cattività. Era pure rinomata come sede di molti studiosi. Timbuctù aveva anche una Grande Moschea, nota per la sua vasta biblioteca e un’università.

Nel 1517, di ritorno da una missione diplomatica ad Istanbul per conto del sultano di Fez Muhammad II, si ritrovò nel porto di Rosetta durante la conquista ottomana dell’Egitto. Continuò poi il suo viaggio al Cairo e ad Assuan e attraverso il Mar Rosso fino all’Arabia, dove probabilmente compì un pellegrinaggio alla Mecca.

Intorno al 1520 fu fatto prigioniero nel Mediterraneo dai pirati cristiani e, dopo aver mostrato le sue eccezionali conoscenze, fu ceduto a papa Leone X che lo liberò e lo persuase di mettere alla sua disposizione le sue conoscenze sul Nord Africa e sull’Impero Ottomano. Fu convertito al cristianismo e con un nome di battesimo di origine latina: Joannes Leo Africanus.

Storia geografica dell’Africa di Leone Africano

Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1550 da Giovanni Battista Ramusio. I temi trattati sono la geografia del Maghreb e la Valle del Nilo. Questo libro è stato significativo in quanto è stato scritto da un uomo moresco e ben considerato dagli studiosi.

Le “virtù” e i “vizi” degli africani (pp. 39-44)

Nella sua descrizione del popolo africano, Leone cercò di dare una prospettiva equilibrata, anche se sembra tuttavia stereotipata e prevenuta. Celebrando le loro “virtù”, disse che gli africani sono “le persone più oneste… prive di frode e astuzia”. (pag.40). Nella spiacevole descrizione dei loro “vizi”, scrisse che sono “molto orgogliosi e superbi, e meravigliosamente assuefatti alla rabbia”. Sono anche “così creduloni da credere a tutte le cose immaginarie che gli vengono dette» (p. 41). Secondo il suo libro, gli africani vivono nella promiscuità corteggiando le “varie serve” prima di accontentarsi di una donna (pp. 41-42).

Leone Africano e Otello di Shakespeare

Ci sono somiglianze tra il racconto della fuga del diplomatico moresco e l’opera di Shakespeare. Nel libro “Le virtù e i vizi di Otello” dell’autore inglese, “Otello racconta di essere stato “venduto come schiavo” proprio come Leone Africano. È anche scritto che Otello era un ex musulmano, poi battezzato cristiano

Ci sono diverse teorie sulla sua vita successiva. Secondo una teoria, rimase a Roma fino alla sua morte intorno al 1550, anno in cui fu pubblicata la Descrizione dell’Africa. Questa teoria si basa su un’allusione indiretta in una successiva prefazione del libro. Secondo un’altra teoria sostenuta dall’orientalista tedesco Johann Albrecht Widmannstetter tornò in Nord Africa prima del sacco di Roma nel 1527. Visse a Tunisi sotto il nome di nascita al-Ḥasan ibn Muḥammad al-Wazzān al-Zayyātī fino alla sua morte dopo il 1550.

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