Oggi non si può parlare di Africa senza citare l’opera di Chiekh Anta Diop, che ha permesso di misurare scientificamente il contributo africano alle origini della civiltà. In “The African Origins Of Civilization: Myth, Or Reality”, Cheikh Anta Diop spiega che le origini della civiltà mondiale si trovano anche nella civiltà nera dell’antica Kemet o dell’Egitto.
Le ricerche di Diop sulla storia africana, l’egittologia, la linguistica, l’antropologia, l’economia e la sociologia hanno illuminato il mondo scientifico, che per molto tempo pensava che le radici della civiltà moderna risiedono solo nell’antica Grecia. Una dimostrazione basata su fatti antropologici standard e sulla teoria dell’evoluzione. Questi ammettono che la razza umana è iniziata in Africa.
Fornirà ulteriori prove citando i greci come testimoni oculari. Il filosofo Erodoto riconobbe che la loro conoscenza era stata acquisita anche in Egitto abitato da un popolo dalla pelle nera e dai capelli lanosi. Si riferisce anche a filosofi greci come Eschilo, Aristotele e Strabone che confermavano tutti i pensieri di Erodoto.
Diop non mancherà di citare di sfuggita egittologi moderni come E.A.W. Budge che ha anche concluso che non si può parlare delle origini della civiltà omettendo l’antico Egitto che aveva somiglianze linguistiche e culturali con quella dei popoli dell’Etiopia e del Sudan.
Cheikh Anta Diop stabilì anche le origini africane della civiltà sfidando la descrizione degli antichi egizi come una razza “rosso scuro” o “mediterranea” quando dimostrò che molti individui in tutta l’Africa come i Masai del Kenya hanno una carnagione bruno-rossastra.
Ha anche analizzato il tenore di melanina delle mummie egiziane e la sua ricerca ha rivelato che alcune pelli di mummie egiziane contenevano un pigmento di melanina scuro simile a quello degli africani subsahariani.
Contribuì traducendo parte della teoria della relatività di Einstein nel suo linguaggio wolof; una delle lingue parlate in Senegal.
Il lavoro di Cheikh Anta Diop è stato di fondamentale importanza perché la sua tesi sul contributo africano alla civiltà si basa su prove scientifiche convincenti.