Per molti, la parola Bantu racchiude le popolazioni stabilite nel sud del continente africano. Non è del tutto; questo termine non designa solo popoli o gruppi etnici. È anche un gruppo di lingue africane parlate al centro e al sud del continente da una linea che va dal Camerun al Kenya.
Il termine fu inventato nel 1862 dal filologo tedesco Wilhem Bleek per caratterizzare le lingue in cui “uomini” è chiamato bantu (prefisso plurale ba, radicale ntu), essendo il singolare muntu. La connessione tra le lingue parlate in queste parti del continente fu dimostrata nel 1907 da un altro linguista tedesco, Carl Meinhof. Ad esempio, si dice che la parola “bambino” sia Omwana a Mpongwe (Gabon); mwana a mbochi (Congo); mwana a Bobangi (Repubblica Centrafricana); Umwana nel Kinyarwanda (Ruanda); mwana a Bemba (Zambia); mwana a tchokwe (Angola).
Secondo la classificazione stabilita nel 1963 dall’americano Joseph Greenberg, le lingue bantu costituiscono una suddivisione della famiglia Niger-Kordofan, nella quale troviamo la maggior parte delle lingue dell’Africa nera, con la notevole eccezione delle lingue nilotiche (Dinka, Maasai, Nuer…) e le lingue khoisan (chiamate anche click) parlate dai Boscimani e dagli Ottentotti dell’Africa meridionale.
La patria originaria dei popoli “di lingua bantu” si trova nella regione del Lago Ciad, nel nord dell’attuale Camerun, da dove si sarebbero diffusi in tutta l’Africa centrale alla vigilia dell’era cristiana. I gruppi più meridionali, gli Xhosa e gli Zulu a est, gli Hereros a ovest, raggiunsero il loro habitat attuale solo nel XV e XVI secolo.
Tra lingue e dialetti, si contano quasi 350-400 lingue bantu. In Burundi e Ruanda, le lingue nazionali sono il kirundi e il kinyarwanda. Due paesi distinti le cui lingue non sono altro che dialetti della stessa lingua. Ritroviamo questa realtà linguistica in Gabon dove Mpongwe, Galwa, Enenga, Nkomi e Ajumba appartengono alla stessa lingua, Myene.
Al giorno d’oggi, il termine bantu si riferisce a tutto ciò che riguarda i parlanti delle lingue bantu. Un’evoluzione rafforzata dalla creazione, nel 1983, del Centro Internazionale delle Civiltà Bantu (Ciciba), a Libreville capitale del Gabon.