San Milziade: il papa di origine africane che fece di Roma la capitale cristiana

Creato da sandrine Nguefack
San Milziade

San Milziade fu Papa e capo della Chiesa d’Occidente e Vescovo di Roma dal 311 al 314, anno in cui morì. La sua elezione a pontefice avvenne il 2 luglio 311 e pose fine alla vacanza del pontificato conseguente all’esilio di papa Eusebio in Sicilia (ad opera dell’imperatore romano Massenzio) e alla sua successiva morte. Fu durante il pontificato di questo Melchiades Africano che l’imperatore romano Costantino diede al cristianesimo, a lungo perseguitato, il suo primo status giuridico nell’impero.

Breve storia e retroscena di San Milziade

Il 2 luglio 310 o 311, Milziade (il nome è anche scritto Melchiade), fu elevato al papato. L’anno di nascita non è noto. Secondo il Liber Pontificalis, la sua cittadinanza era romana e la sua discendenza era nordafricana, in particolare di origine berbera.

Dopo l’elezione di Milziade furono restaurati i beni appartenenti alla Chiesa che erano stati sequestrati durante la famigerata persecuzione di Diocleziano. Infatti, un editto di tolleranza firmato dagli imperatori Galerio, Licinio e Costantino, pose fine alla grande persecuzione dei cristiani, ai quali fu concesso di vivere come tali, e anche di ricostruire i loro luoghi di culto religioso (Eusebio, Storia della Chiesa VIII.17; Lattanzio, Come morirono i persecutori 34). Fu solo nei paesi dell’Oriente che erano sotto il dominio di Massimino Daia che i cristiani continuarono ad essere perseguitati.

Papa Milziade ottenne il diritto di recuperare a Roma, tramite il prefetto della città, tutti gli edifici e i beni ecclesiastici che erano stati confiscati durante le persecuzioni. Ai due diaconi romani, Stratone e Cassiano, fu ordinato dal papa di discutere questa questione con il prefetto, e di riprendersi i beni della chiesa (Augustinus, “Breviculus collationis cum Donatistis”, iii, 34); divenne così possibile riorganizzare in profondità l’amministrazione ecclesiastica e la vita religiosa dei cristiani di Roma.

Milziade fece portare dalla Sicilia a Roma le spoglie del suo predecessore Eusebio e le fece seppellire in una cripta nelle Catacombe di San Caliste. L’anno successivo il Papa assistette al trionfo definitivo della Croce, con la sconfitta di Massenzio, e all’ingresso a Roma dell’imperatore Costantino.

Dopo la vittoria di Costantino, il palazzo dell’imperatrice Fausta venne ceduto a Papa Milziade. Diventerà presto Palazzo Lateranense, residenza del papa, e quindi anche bastione e sede del potere dell’amministrazione della Chiesa cattolica e residenza ufficiale dei papi. La basilica che era attigua al palazzo o vi fu poi edificata divenne la chiesa principale di Roma.

Diverse usanze furono associate a Papa Milziade attraverso il Liber Pontificalis.

Si dice che Papa Milziade proibisse assolutamente ai cristiani di digiunare la domenica o il giovedì, “perché questi giorni erano osservati dai pagani come un santo digiuno”. Questo decreto fa risalire un’usanza romana del suo tempo a un’ordinanza di Milziade. Oblazione consacrata nella Messa solenne del Papa, con la quale si intende la distribuzione del pane eucaristico consacrato a tutte le Chiese vicine a Roma come espressione di unità.Dopo la sua morte, il 10 o 11 gennaio 314, Milziade fu sepolto nella catacomba di Saint-Calliste e venerato come santo. La sua festa fu celebrata nel IV secolo, il 10 gennaio, secondo il “Martyrologium Hieronymianum”. Nell’attuale “Martirologio Romano”, ricorre il 10 dicembre.Milziade fu accusato dai suoi storici contemporanei di apostasia (presumibilmente praticata dal suo predecessore Papa Marcellino) offrendo incenso agli dei romani e abbandonando i testi sacri.L’innocenza di San Milziade è stata difesa con veemenza dallo storico e scrittore della Chiesa quasi contemporaneo e leggendario, sant’Agostino d’Ippona.

Fonti

Liber Pontificalis, ed Duchesne, I, 168-196; Urbain Ein Martyrologium der christl.” (“CATHOLIC ENCYCLOPEDIA: Pope St. Miltiades”) Gemeinde zu Rom (Leipzig, 1901), 118-119;  Langen, Geschichte der römischen Kirche, I, 328 sqq. ; Allard, Histoire des persécutions, V, 200, 203; Duchesne, Histoire ancienne de l’Église, II, 96, 97, 110-112. (“Pope St. Miltiades – CatholiCity.com”)

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