Molte sculture antiche rappresentano un elemento che ricorda fortemente una piccola borsetta. Lo troviamo nei geroglifici egizi, in molti templi turchi, nelle decorazioni Maori in Nuova Zelanda e nelle costruzioni realizzate dagli Olmechi, antico popolo precolombiano del Centroamerica. Ma cosa può rappresentare?
Possiamo notare che ogni scultura ha i suoi dettagli, motivi e materiali. Anche l’uso è diverso da una scultura all’altra. La piccola borsa è a volte appoggiata a terra, a volte tenuta in mano o come un cesto.
Una teoria spiegherebbe che la borsetta sarebbe una rappresentazione del cosmo. Il semicerchio rappresenterebbe l’emisfero del cielo, mentre la parte quadrata rappresenterebbe la Terra. Nelle antiche culture africane, indiane e asiatiche, le forme sferiche erano associate al simbolismo della spiritualità e le forme geometriche riflettevano la Terra e la realtà. La combinazione dei due ha quindi evocato la riunificazione: il cosmo.
Su pietre tagliate recanti questo simbolo datate tra l’880 e l’859 a.C., dal tempo degli Assiri nell’antico Iraq, e altri dalle culture mesoamericane, tra il 1200 e il 400 a.C., una figura umana sembra tenere in mano la borsa, come se fosse un cestino. Nel simbolismo dell’arte assira, si dice che il cesto contenga polvere magica. E tra gli Olmechi conterrebbe erbe per affumicare.
Nella cultura Maori, il mito narra che un eroe dal cielo sia sceso sulla Terra, portando con sé questi tre cesti di saggezza. La borsa sarebbe quindi oggetto di venerazione e gratitudine agli dei che hanno ispirato la conoscenza. Negli antichi geroglifici egizi, la borsa fungeva da dimora per dei e dee. Il manico rappresenta le picche arrotondate delle loro tende e il quadrato evoca le pelli di animali che le ricoprono.
Teorie e spiegazioni differiscono da uno specialista all’altro, come tutti quei sacchettini che costellano le opere antiche di civiltà molto diverse. Condividi con noi la tua conoscenza dell’argomento.