Il foulard africano affonda le sue radici in epoca precoloniale

Creato da sandrine Nguefack
Foulard

Tababla: legare il foulard (l’arte di legare al capo il foulard) o l’eleganza offerta dal foulard.

Molti valori africani si basano sull’abbigliamento, sullo stile adottato e soprattutto sugli accessori aggiunti per incarnare la personalità che desideriamo. Il foulard appare quindi come un accessorio di abbigliamento che si può ritrovare in diverse culture africane. A seconda del tipo di tessuto, delle fantasie, del colore e dello stile con cui viene annodato, è usato simbolicamente in tutto il mondo per rappresentare religioni e culture e per dimostrare un’identità, un’origine.

Chiamato “Taku o duku (èwé, mina)” in Togo, Malawi e Ghana, “Dhuku” in Zimbabwe, “Tukwi” in Botswana, la tradizionale sciarpa chiamata “moussor” in Wolof (Senegal)

“Gele” tra gli Yorouba, “Ichafu” tra gli Ibo, “Kouna Diala” tra i Bambara (la fascia che stringe la testa), “Tabla” tra i Fon in Benin, “Gnoubouholo” tra i Senufo, “K’sa » tra i Tuareg, il foulard africano è più di un pezzo di tessuto e l’indossarlo è più di una moda.

Questa è una pratica di abbigliamento che affonda le sue radici in epoca precoloniale. Già in questo periodo le donne africane indossavano il foulard come velo molto prima dell’arrivo degli arabi nel continente.

Il foulard ha un significato oltre che culturale, tradizionale e religioso. Tra gli Yoruba, annodare le Gele è una vera arte. Questo è anche il motivo per cui ci sono “specialisti”, donne che hanno costruito la loro attività sulla sua fabbricazione o sul modo di legarlo per particolari cerimonie Senufo, il popolo dell’Africa occidentale, presente in Burkina Faso. A Faso, nel sud del Mali (principalmente in la regione di Sikasso) e in Costa d’Avorio (a nord, intorno alle città di Boundiali, Tengrela e Korhogo), il foulard è parte di un abito speciale che il decano della famiglia deve indossare durante la giornata prevista per il culto degli antenati

Indossare il velo è anche una pratica comune in diverse culture durante le cerimonie importanti come il matrimonio, poiché questo accessorio è considerato un attributo della femminilità. Tra gli Yoruba, il “Gele” completa l’iro e il buba e insieme a quest’ultimo forma l’abito tradizionale indossato in occasioni speciali. Nella tradizione Bamanan, ad esempio, il velo esprime il passaggio da fanciulla a una donna compiuta, essendo il matrimonio un segno di realizzazione e onore.Per quanto riguarda l’attaccatura del foulard, assume un’eleganza e un segno di particolare attenzione. Nella società Yorouba, nel nord-ovest del Benin e in parte in Nigeria, era usato dalle donne per descrivere la loro situazione sentimentale. L’estremità del foulard che punta a destra mostra che la donna che lo indossa è sposata. Tuttavia, se indica a sinistra, significa che la donna in questione può ed è disponibile.

Legare il foulard (Gele) è una vera arte.

Inoltre, il foulard è indossato da persone che praticano le religioni tradizionali africane conosciute come “Lukumi” o “Santeria” a Cuba, “Candomble” in Brasile, “Vodoun” in Togo, Benin e nei Caraibi. Nessun continente quindi viene risparmiato quando si tratta di indossare questi tessuti, sia sulla testa che in altre parti del corpo. In togo notiamo che le ragazze continuano a vestirsi con perizomi e hanno perso, per la maggior parte, l’uso del foulard e il modo corretto di allacciarlo per abbinarlo agli abiti africani.Possiamo dire che il foulard è soprattutto un simbolo di africanità e femminilità in tutte le sue forme.  Il foulard è a volte anche l’oggetto più prezioso o l’abito di maggior pregio rispetto a qualsiasi altro indumento della giovane donna. Bambini, giovani o anziani, nessuno di loro vuole rimanere indifferente, soprattutto quando si tratta di grandi incontri o occasioni che possono riunire donne di un certo ceto sociale. Più che una perpetuazione di questo patrimonio culturale, è una sfida alle giovani generazioni che devono fare di tutto per proseguire questa tradizione che risale al periodo precoloniale e che oggi ha assunto i panni della modernità.

 

Autrice: Audia Atouga Belan

 

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DICHIARAZIONE UNESCO

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Abuy Area Incubatori FVG  POR FESR 2014-2020

Le projet a obtenu un financement de 72 000 € de la Région Autonome du Frioul-Vénétie Julienne à travers l'appel POR FESR 2014-2020, Activité 2.1.b.1 bis « Octroi de subventions pour le financement des programmes personnalisés de préincubation et d'incubation d'entreprises, visant à la réalisation de projets de création ou de développement de nouvelles entreprises caractérisés par une valeur significative ou par une connotation culturelle et/ou créative pertinente ». |
ll progetto ha ottenuto un finanziamento di 72.000 € dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia sul bando POR FESR 2014-2020, Attività 2.1.b.1 bis "Concessione di sovvenzioni per il finanziamento di programmi personalizzati di pre-incubazione e incubazione d’impresa, finalizzati alla realizzazione di progetti di creazione o di sviluppo di nuove imprese caratterizzati da una significativa valenza o da un rilevante connotato culturale e/o creativo"