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Yasuke, il primo samurai nero

Creato da sandrine Nguefack
samurai Yasuke

Recenti studi storici sostengono che il samurai Yasuke fosse un Makua, gruppo etnico maggioritario in Mozambico e il suo vero nome fosse Yasufe. Rapito intorno al 1550 quando era ancora un ragazzo, fu venduto a commercianti portoghesi e poi ridotto in schiavitù. Divenne in seguito un soldato e probabilmente ottenne un’emancipazione temporanea.

Come guardia del corpo, nel 1579 entrò al servizio di Alessandro Valignano, missionario gesuita italiano incaricato di verificare le missioni della sua Chiesa nelle Indie (che all’epoca comprendevano l’Est e il Sud-Est asiatico), dove i Gesuiti stavano allora costruendo le loro prime chiese nell’arcipelago. Lì Yasuke imparò la lingua giapponese abbastanza velocemente.

Chi lo avesse incontrato lo avrebbe soprannominato “kuru san”, “Signor Nero”.

“Aveva sei shaku e due sun [alto quasi un metro e ottanta]. Era nero… e la sua pelle era come il carbone”. Questa testimonianza è una di quelle che hanno attraversato la storia del Giappone feudale: Matsudaira Ietada, un samurai, racconta la storia della prima volta che vide Yasuke, il samurai nero, nel 1582.

Nel 1581, Yasuke fu presentato a Oda Nobunaga, il signore giapponese ed eccezionale conquistatore che amava la moda europea e la conoscenza straniera. Quando questi sentì delle voci sull’uomo nero, chiese di incontrarlo: era incuriosito dal colore della pelle di Yasuke e quando lo incontrò cercò quindi di lavargli via eventuale “vernice o fuliggine”, sospettando in un sotterfugio.

Nobunaga rimase così affascinato dalle enormi capacità di Yasuke che lo prese al suo servizio e in seguito lo trasformò in un samurai a tutti gli effetti, assegnandogli una casa e dei servi. Quando Nobunaga iniziò ad unificare il Giappone, portò sempre con sé Yasuke.

Mentre prendeva il controllo di due terzi del Giappone, Nobunaga trascorse del tempo nella capitale, nel tempio di Honno-ji, nel 1582. Era accompagnato solo da poche decine di guardie, incluso Yasuke, pensando di essere al sicuro nel cuore di suo territorio. Uno dei suoi generali, Akechi Mitsuhide, lo tradì e lo costrinse ad eseguire un seppuku rituale. Mitsuhide tuttavia non uccise Yasuke, presumibilmente per cercare di ottenere il sostegno europeo rimandandolo alla missione dei gesuiti. Questa è l’ultima menzione sicura di Yasuke nella documentazione storica.

Un certo numero di fonti gesuite come “La Storia Ecclesiastica delle Isole e dei Regni del Giappone”, di padre François Solier e la Cronaca di Lord Nobunaga di Ota Gyuichi “lo Shinchôkôki“, uno degli amministratori di Nobunaga menzionano Yasuke. Egli infatti fu uno dei pochi a quel tempo, prima dell’inglese William Adams e del francese Eugène Collache, a indossare gli attributi dei famosi cavalieri giapponesi.

Yasuke era una fonte, è passato da una nota a piè di pagina nella storia a un’icona dell’empowerment nero. Non è più una curiosità, ma un rappresentante della più ampia e variegata cultura ed economia mondiale in cui il Giappone era ed è integrato, si legge in “African Samurai: The True Story of Yasuke, a Legendary Black Warrior in Feudal Japan”.

Link: Yasuke in letteratura

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