In Benin, l’igname è uno dei tuberi più coltivati. Il suo consumo fa parte delle abitudini culinarie delle popolazioni del centro e nord del Paese. Per secoli, il popolo MAHI di Savalou è rimasto attaccato a una tradizione ancestrale. Il rilascio del nuovo igname agisce come un rituale.
Secondo Alain GBAGUIDI, dignitario alla corte reale di Savalou, “L’igname è una pianta che ha lo stesso ciclo degli esseri umani. Trascorre nove mesi sottoterra. L’umano trascorre nove mesi nel grembo di sua madre. Non appena nasce un bambino, celebriamo la sua nascita. Ecco, noi MAHI celebriamo anche la nascita dell’igname. Quindi, si celebra in tutte le famiglie. E al livello della maestà dei re del MAHIS, sceglie una data in cui ordina al suo popolo di iniziare a mangiare la nuova igname.”
La cerimonia che consacra il rilascio del nuovo igname è posta sotto il segno della gratitudine alle divinità che hanno favorito l’abbondanza dei raccolti. Per celebrarlo, tre giorni sono dedicati a riti segreti e pubblici. Quello principale e che conclude i tre giorni di festeggiamenti è la consultazione della FÂ da parte di un sacerdote geomante. Se la FÂ lo consente, spetta al re ordinare al suo popolo di consumare il nuovo igname.
“Dobbiamo rispettare gli spiriti dei nostri antenati, i grandi genitori che hanno iniziato questo. L’igname, come in altre culture, viene rispettato. Prima di consumarlo devi offrirlo alla tua divinità”, ha dichiarato Dada VOUDOU, Dignitario alla corte reale di Savalou. Il rituale attorno all’igname consiste nel preservare non solo i valori culturali e rituali del popolo MAHI, ma rappresenta anche un’occasione di riunione.
”Savalou è una delle zone preferite per la coltivazione dell’igname. E ci permette anche di incontrarci e parlare di problemi di sviluppo. Perché è l’unica festa, è l’unica occasione in cui i figli MAHIS si riuniscono “, ha detto Etienne HOUNNAHIN, nativo di Savalou.
Il festival dell’igname a Savalou attira il mondo: per l’occorrenza sono tanti i turisti che vengono alla scoperta delle realtà culturali del posto. Se lo sport è utile per la salute umana, pestare l’igname con un mortaio potrebbe essere un valido sostituto di uno sport.
Fonte: Africanews