Rendendosi conto che quello africano rimane in gran parte un mercato di download – secondo PwC, nel 2017 il 38% dei 300 milioni di utenti di smartphone in Africa ha ascoltato musica sui propri telefoni ogni mese – e realizzando la crescente richiesta, Mdundo, un’azienda keniota fondata nel 2012, ha deciso di specializzarsi in servizi musicali, fornendo all’Africa un accesso facile e conveniente alla musica.
Fondazione
Nel 2012 Martin Nielsen ha lasciato il suo paese d’origine, la Danimarca, per dirigersi in Africa perché sentiva che lì si sarebbero aperte numerose possibilità: il suo obiettivo era quello di investire in startup tecnologiche. Poi nel 2013 la rivelazione: dopo aver parlato con amici musicisti, vide l’importanza della musica in Africa e il potere crescente dei blog musicali con i download sempre più indirizzati alla musica africana.
Alla fine degli anni 2000 l’ondata di blog musicali africani ha cambiato il comportamento dei consumatori e la direzione della musica locale grazie alla nuova accessibilità. Ma c’era un problema: tutti i blog utilizzavano un modello che non sarebbe stato sostenibile in quanto con l’inevitabile ingresso delle piattaforme di streaming digitale, i blog ricevevano musica illegalmente e non restituivano nulla agli artisti.
Martin Nielsen, Francis Amisi, Jura Sidorenko e Kresten Buch decidono quindi di fondare Mdundo. L’idea dell’azienda era quella di fornire un ponte tra piattaforme di streaming musicale e blog dedicati, creando un prodotto che si adattasse al mercato garantendo la legalità che mancava ai blog musicali.
“Stiamo raccogliendo i diritti per un catalogo sempre più popolare di musica africana unica. Il cliente può scaricare e riprodurre musica in streaming legalmente dal nostro sito Web mobile e dall’app Android gratuitamente e ci stiamo connettendo con il crescente settore della pubblicità digitale in Africa. […] L’idea è stata ispirata dal fatto che ovunque andassi in Kenya e nel resto dell’Africa sentivo continuamente musica: uffici, autobus, bar… ovunque” dice. “Eppure i miei amici musicisti si lamentavano del fatto che stavano ottenendo così pochi diritti d’autore. Volevamo creare qualcosa che rendesse facile per l’utente trovare musica, non dischi flash o altro, e che pagasse gli artisti con facilità.”
Grazie ad un finanziamento di $ 700.000 in totale, fino ad oggi Mdundo ha continuato a crescere e secondo la relazione annuale per il periodo fino al 30 giugno 2020:
* Alla fine dell’anno fiscale, il 30 giugno 2020, il Gruppo contava circa 5 milioni di utenti unici al mese, in crescita del 172% dal 1 luglio 2019.
* Mdundo aveva 1,4 milioni di titoli musicali internazionali alla fine del periodo finanziario oltre a 200.000 di titoli caricati direttamente da oltre 80.000 musicisti africani su Mdundo.com [http://mdundo.com] (in aumento del 47% dal 2019 al 2020) .
La piattaforma, ora quotata in borsa, ha incassato $ 300.000 nel 2019, con una prospettiva di crescita da 8,5 a 9 milioni di utenti mensili l’anno prossimo e quasi 18 milioni entro il 2022.
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